Quando il cibo biologico è impegno, passione e storia di famiglia. Intervista a Lorenzo Giocondo, giovane imprenditore poggiorealese tra sfide e obiettivi


Oggi con sempre più insistenza il cibo sta diventando un fenomeno culturale e se parliamo di “food culture” non possiamo non parlare di cibo biologico. Il biologico continua infatti a crescere confermandosi un settore controtendenza e da fenomeno di nicchia per pochi cultori si sta trasformando in una abitudine alimentare per molti e soprattutto tra i giovani, i più sensibili ai temi etici del rispetto della natura e della sana alimentazione. 

Uno dei più convinti sostenitori del ritorno all'antico in agricoltura è l’imprenditore agricolo poggiorealese Lorenzo Giocondo titolare dell'omonima storica Azienda Agricola Zootecnica Biologica, conferitore della “Vastedda” della Valle del Belice, uno dei pochissimi formaggi ovini a pasta filata dalla pasta bianca, compatta, con qualche striatura dovuta alla filatura artigianale. 

La sua Azienda Agricola, ci racconta Lorenzo, è frutto di una tradizione familiare portata avanti dapprima dal nonno Lorenzo, emigrato inizialmente nel 1913 in America per motivi di lavoro , portata avanti dal padre Gaspare ed oggi diventata un fiore all’occhiello grazie a Lorenzo che è riuscito, con importanti interventi, a renderla biologica 100% salvaguardando il frutto del duro lavoro ereditato dagli avi.

Uno dei più convinti sostenitori del ritorno all'antico in agricoltura,  Lorenzo il “custode” è investito dell’importante compito di tutelare le risorse genetiche autoctone nel rispetto delle buone pratiche agricole e del benessere animale.

Socio del Movimento Terra è Vita, Vento del Sud, è un forte sostenitore del bio e della necessità di tutelare i prodotti autoctoni dalla concorrenza delle multinazionali che puntano più sulla quantità che qualità dei prodotti.  Così anche Santo Bono del Coordinamento regionale dei Comitati Spontanei per l’Agricoltura Sicilia:” D’altro canto, senza la salvezza della civiltà rurale siciliana, non c’è salvezza nemmeno per gli indotti, come il turismo: il mondo locale delle partite I.V.A., quelle agricole, artigianali e microfatturiere – conclude il portavoce – hanno tutte il fondamento nella ‘terra’. La terra è vita perchè tutto deriva dall'agricoltura.Senza la tutela del mondo rurale, tutta questa economia rischia inesorabilmente di crollare”.

  Oggi, complice anche l’interesse e l’attenzione dei consumatori a un tipo di alimentazione sempre più sana e sostenibile, i grani antichi e le materie prime locali stanno ritornando a imbandire le tavole dei cittadini con un ringraziamento da parte del nostro organismo. 

Alla domanda se è pentito della scelta di  aver portato avanti la tradizione familiare, Lorenzo  risponde no. «Certo - precisa - vi sono momenti di difficoltà nei quali ho dovuto stringere i denti, ma la passione per gli animali, l’agricoltura, la natura è talmente forte che mi aiuta a superare anche le difficoltà». Una nota negativa Lorenzo però ha voluto rimarcarla:” Il nostro territorio ha tutto ciò che serve per garantire uno stile di vita e cibo salutare. La vita dell’ uomo è intimamente legata a quella della terra. Se muore l’ agricoltura italiana saremo tutti trascinati in un inevitabile destino comune. 

L’ agricoltura italiana non può essere quindi un fattore di disturbo anche perché la politica agricola comune è stata la pietra miliare della Unione europea. Occorre quindi ripensare l’ Europa agricola, ridefinire le regole del gioco, sottolineare la centralita’ dell’ uomo e della terra nel villaggio globale. “                                                                                                                             

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