L’osservatorio Zoomafia ogni anno si occupa di analizzare e denunciare i crimini contro gli animali compiuti in Italia: corse clandestine, combattimenti fra animali, macellazione clandestina, pesca illegale e tanti altri fenomeni che prevedono il loro sfruttamento a vantaggio dell’uomo. Nel 2020 il dato più allarmante è stato rilevato in Sicilia: ogni 7 ore viene indagato qualcuno per un crimine contro gli animali.
Ciro Troiano, il criminologo che ha redatto il report, ha rilevato le connessioni tra attività criminale mafiosa e sfruttamento degli animali: “Storicamente la mafia siciliana manifesta un forte interesse per attività collegate all’ambiente, come il controllo dell’edilizia, laproduzione di conglomerati bituminosi e cementizi, il movimento terra, l’attività estrattiva e il settore agro-silvo-pastorale. Accanto a questi tradizionali ambiti, la criminalità organizzata siciliana si è infiltrata in diversi settori afferenti allo sfruttamento di animali. Significativa la penetrazione accertata nell’organizzazione di corse clandestine di cavalli”.
Il report di Zoomafia infatti analizza i dati ricevuti dalle varie procure. Nel 2019 le procure che hanno contribuito sono state 12 su 16 (non hanno risposto Agrigento, Barcellona Pozzo di Gotto, Palermo e Ragusa) e tre Procure Minorili su quattro (non sono pervenuti i dati della Procura per i minorenni di Caltanissetta).
“Le indagini hanno confermato l’esistenza di associazioni per delinquere semplici e di associazioni mafiose finalizzate alle corse e scommesse illegali. - ha proseguito Troiano - Anche l’ippica ufficiale è soggetta alle penetrazioni criminali e, in tal senso, l’indagine dei carabinieri denominata “Corsa Nostra” è altamente evocativa di quanto la mafia fosse riuscita ad esercitare il pieno controllo delle corse dell’ippodromo di Palermo”.
Ma i traffici criminali mafiosi sugli animali non sono relativi solo alle corse di cavalli, ma anche alle lotte clandestine e al commercio del pesce.
“I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come diciamo da anni, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco”.
Gli animali che le indagini delle forze dell’ordine salvano dallo sfruttamento vengono affidati a strutture di volontariato comunali e private, dove ricevono tutte le cure e si cerca di trovare loro dei padroni che li adottino.
Ma il problema più grande è per i gatti. Infatti il report Lav 2019 ha rilevato la presenza di poche strutture specifiche, solo 7 al Sud. Molti sono randagi salvati da volontari e amici degli animali, che si preoccupano del loro benessere dotandosi di tiragraffi per evitare che si facciano le unghie sui divani e fontana per gatti che garantisce acqua fresca in maniera naturale all’animale, attenuando il trauma subito con una nuova casa confortevole.
Per quanto riguarda i cani invece, la situazione è più chiara dal punto di vista istituzionale, perché ci sono molti canili rifugio sul territorio italiano: 434 canili e 766 rifugi per cani, di cui il 44% è nel Mezzogiorno. Per arginare lo sfruttamento animale, c’è anche bisogno di più strutture per l’accoglienza sul territorio.