Imputata per avere reso false dichiarazioni per ottenere il reddito di cittadinanza, assolta perché il fatto non costituisce reato. Il Tribunale di Marsala – Sezione Penale ha assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato” una cittadina rumena M.T., difesa dall'Avv. Elio Indelicato, imputata per il reato di falso perché, al fine di ottenere il Reddito di cittadinanza, nella dichiarazione sostitutiva per il calcolo dell’ISEE (DSU), aveva reso dichiarazioni non corrispondenti alla verità.
Nel corso dell’istruzione dibattimentale, tuttavia, è emerso che il responsabile del Caf, cui l’imputata si era rivolta al fine di avere supporto qualificato per la compilazione dell’istanza, aveva inviato la domanda senza aver verificato l’effettiva percezione di reddito della stessa richiedente.
In particolare, il responsabile del Caf, pur avendo chiesto alla signora M.T. di integrare la documentazione prodotta con l’informativa e le buste paga dell’attività lavorativa di Colf che la stessa cittadina rumena aveva svolto nell’anno precedente alla domanda, in attesa di ricevere i documenti e di verificare se la richiedente avesse i requisiti per richiedere il RdC, piuttosto che astenersi dall’invio dell’istanza, aveva provveduto all’inoltro della domanda all’Inps.
“Non essendo stata raggiunta la prova oltre ogni ragionevole dubbio della penale responsabilità della signora M.T. - si legge nella sentenza - per carenza dell’elemento soggettivo del dolo specifico,” l’imputata è stata quindi assolta ai sensi dell’art. 530 comma 2 c.p.p. del reato contestatole perché il fatto non costituisce reato.
Francesca Capizzi per il Giornale di Sicilia