Critpovalute e governi: tutte le regolamentazioni
Quando il Bitcoin (BTC) ha lanciato il mondo delle criptovalute sulla piattaforma globale, in pochi pensavano che l’universo crypto fosse una cosa seria. Al contrario, per molti esperti di finanza, valute ed economica, le monete digitali erano solo una moda passeggera. Ora, quasi 10 anni dopo l'introduzione del BTC, gli scettici hanno dovuto ricredersi. Nuove monete virtuali continuano a entrate il mercato, mentre quelle esistenti crescono sempre più in valore, come è successo al valore Dogecoin.
Anche se è un movimento lento, quello delle criptovalute è un movimento destinato a restare. Prima, governi e istituti finanziari tradizionali congedano le criptovalute con un veloce cenno ed un’alzata di spalle. Ora, hanno iniziato a prestare attenzione. Si parla di tasse, divieti e regole, in un mondo (quello crypto) che è decentralizzato. Il trading di criptovalute fa le sue regole e non ha bisogno di intermediari. Questo non piace a tutti.
Mettere la museruola alle criptovalute
La Cina è sicuramente uno dei paesi che vuole limitare questo mondo. Se possibile, il governo cinese vorrebbe abolire tutto quello che ha a che fare con criptovalute, mining incluso. La Banca Nazionale ha vietato le operazioni delle piattaforme di exchange nel paese, dicendo che facilitavano azioni e finanziamenti illeciti. Nel maggio del 2021, il governo ha proibito l’attività di mining, obbligando aziende e sviluppatori a trasferirsi.
In India, il governo vuole vietare le criptovalute private o, almeno, metterle un freno regolativo. Presto, nel Parlamento indiano arriverà una legge che mira a creare una moneta digitale 100% indiana, lanciata direttamente dalla Banca Nazionale, probabilmente nella seconda metà del 2022. Imprenditori come Avinash Shekhar, il CEO della piattaforma di exchange Zebpay, è ottimista, anche per chi vuole comprare Bitcoin.
“Il governo ci ha inviato vibrazioni positive,” ha detto Shekhar a CNBC, “il messaggio che i governanti ci hanno inviato è che stanno cercando di mettere delle regole, non dei divieti.” Invece, alcuni paesi non hanno paura a lanciare veri e propri divieti.
Come la Bolivia, dove il Bitcoin è illegale dal 2014 o l’Egitto dove, dal 2018, le criptovalute sono proibite per la legge islamica. In Russia, le monete digitali non sono vietate per legge ma il governo vuole scoraggiare l’uso per chi vuole investire in criptovalute. Nel 2020, il paese ha approvato una legge che definisce le monete digitali come proprietà soggette a tassazione. In più, chi lavora nel governo non può avere criptovalute.
Tra paesi che vogliono imporre divieti e altri che vogliono creare la propria moneta digitale, ci sono anche paesi che rimangono nel limbo, rendendo azioni come comprare Dogecoin piene di incertezze.
Dove regna l’indecisione
Infatti, molti governi non sanno come gestire il mondo crypto e rimangono a guardare, indecisi. Come l’Italia, dove l’unica regola è che le criptovalute devono essere incluse nella dichiarazione dei redditi. Insomma, l’Agenzia delle Entrate ha regole (e multe) che chi vuole investire in criptovalute deve tenere in considerazione. In più, il Ministero dell’Economia ha chiesto all’Agenzia di controllare le transazioni effettuate attraverso le piattaforme di exchange. Ma, per il resto, non ci sono certezze.
Altrettanto incerti sono gli americani, dove i politici stanno decidendo tra regolamentazioni e libertà. Chi è a favore pensa che le criptovalute incitano all’evasione fiscale e al crimine virtuale. Però, il governo è incerto, tanto che i rappresentanti di aziende crypto come Coinbase stanno facendo pressioni per avere delle risposte - e per averle presto.
“Senza soluzioni legislative su misura che vengono discusse apertamente con la partecipazione pubblica, gli Stati Uniti rischiano leggi e regolamenti inutilmente onerosi e agghiaccianti,” ha detto Alesia Haas, amministratore delegato di Coinbase.
Questi cambiamenti possono essere lenti, però tra l’incertezza e la sicurezza il passo potrebbe essere corto.
Criptovalute a ruota libera
Un paese decisamente aperto alle monete digitali è El Salvador, dove il Bitcoin è una valuta legale per la prima volta nel mondo. Secondo il Presidente Nayib Bukele, questo aiuterà i cittadini che vivono all’estero e inviano denaro a casa, in El Salvador. La legge è passata con 84 voti favorevoli e 62 contrari. Il paese dell’America Centrale è il primo al mondo a fare questo passo e, presto, altri potrebbero seguirne l’esempio.
Il prossimo potrebbe essere il Canada, un governo aperto al trading di criptovalute. In questo paese del Nord, non ci sono restrizioni alle monete digitali e facilitano lo status legale delle piattaforme di exchange. La Banca Nazionale sta anche considerando l’introduzione di una moneta digitale 100% canadese, con l’acronimo CBDC. Insomma, il Canada non sarà El Salvador ma è sicuramente un paese amico delle criptovalute.
Senza dubbio, i governi mondiali si sono accorti che le monete digitali sono qui per rimanere. Tra nemici e amici, i paesi si dividono tra regole, divieti e libertà. Sicuramente, non è finita qua.