Nel calcio, come abbiamo potuto notare in questi ultimi anni, tutto è possibile. La bella favola del Leicester che strappa un titolo in Premier League, contro ogni pronostico, è solo una delle tante realtà emerse durante gli ultimi anni, nel panorama europeo del calcio professionistico.
Si tratta di una cosa che anche in Italia è successa, anche se bisogna tornare indietro nel tempo, con la memoria, alla stagione 1990-1991, quando la Sampdoria di Boscov e Pezzotti, vinse il suo primo e unico scudetto, arrivando davanti a Milan e Inter.
A distanza di qualche anno emerse però un’altra realtà calcistica italiana, considerata a ragion veduta una provinciale, per titoli, blasone e storia. Si tratta del leggendario Parma di Nevio Scala, una squadra che pur non riuscendo a vincere un titolo nazionale, ottenne importanti titoli a livello europeo, che ancora oggi la iscrivono di diritto al calcio che più conta a livello storico e internazionale.
Il ciclo vincente del Parma di Nevio Scala
Promossa in serie A durante la stagione 1989-1990, cioè nell’anno in cui il Napoli di Maradona allenato da Albertino Bigon, conquistava il secondo tricolore a distanza di soli tre anni, dallo storico primo scudetto, la formazione emiliana, si presentò ai nastri di partenza durante la stagione 90-91. Era una squadra composta da un solido gruppo caratterizzato da giocatori giovane e atleticamente preparatissimi, dove spiccavano talenti di un certo calibro, che nel tempo seppero farsi strada e conquistare i favori del pubblico e della critica specializzata.
Già durante quella prima stagione il Parma ottenne uno storico quinto posto a pari merito con il Torino, che gli valse la prima qualificazione in Coppa Uefa; un risultato che andava contro i convenzionali pronostici serie a dettati dalle gerarchie prestabilite durante il tempo. Il Parma intanto l’anno successivo conquisterà la Coppa Italia, il suo primo trofeo nazionale della storia. Ci vorrà però la stagione successiva per affermarsi anche in Europa, grazie alla vittoria della Coppa delle Coppe, vinta contro l’Anversa in finale.
Segnarono Minotti, Melli e Cuoghi. La formazione titolare della finale era composta da nomi di assoluto livello, come Ballotta in porta, Benarrivo, Di Chiara, Minotti, Apolloni, Melli, Zoratto, Osio e Brolin. In rosa c’erano anche Pizzi e Pin, sempre sotto la guida dell’esperto Nevio Scala, che aveva stravolto i ritmi di gioco e di allenamento, seguendo la lezione di Arrigo Sacchi, con un calcio moderno, offensivo e con la difesa schierata a zona.
Un palmares invidiabile per una squadra considerata di provincia come il Parma
Quel gruppo fece di più, specialmente durante i due anni a venire, conquistando la Supercoppa Uefa, contro il Milan, che partecipò in sostituzione dello squalificato Olympique Marsiglia. Sempre nello stesso anno, il Parma arrivò nuovamente in finale di Coppa delle Coppe, perdendo però per 1-0 contro l’Arsenal dell’irlandese McGoldrick.
La formazione emiliana saprà però riscattarsi durante la stagione 1994-1995, arrivando a un passo dal potenziale triplete, finalista in Coppa Italia, terza in serie A, ma conquistando la sua prima Coppa Uefa, terzo trofeo europeo, vinto nel giro di due anni.
Negli anni successivi sfiorerà più volte, senza mai riuscirci la vittoria dello scudetto, mentre il ciclo vittorioso terminerà durante la stagione 1999-2000, quando conquisterà la sua prima Supercoppa italiana, a seguito della stagione precedente 1998-1999, culminata con il quarto posto in campionato e la vittoria della seconda Coppa Italia e soprattutto della seconda Coppa Uefa. In pratica a quel Parma per vincere tutto mancarono solo uno scudetto, una Champions League e una Coppa Intercontinentale.
Basteranno però questi trofei per far entrare per la prima volta una squadra italiana considerata provinciale negli annali del calcio internazionale. Escludendo le grandi realtà italiane come Juventus, Milan e Inter, nessuna squadra ha vinto così tanto in così poco tempo, in Europa, tra gli altri club titolati italiani.