Da stamattina è partita la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Sono state emanate nuove misure sull’allentamento del lockdown e la riapertura di alcune aziende. Via libera al settore manifatturiero, edilizio, commercio all'ingrosso, tessile, automotive e altri comparti. Molte però sono ancore le attività rimaste ferme.
Le conseguenze del lockdown sono state molto pesanti. In molti hanno visto venir meno l’unica fonte di reddito familiare e la ripresa è tutta in salita. Ad essere più colpiti chi aveva già un reddito basso e si prevede che molte aziende non riusciranno più a ripartire.
Di questo e soprattutto della situazione a Menfi ne abbiamo parlato con Giuseppe Cammarata responsabile locale del CNA.
L’emergenza che stiamo vivendo quali conseguenze reali avrà nell’economia di Menfi?
La CNA sta lavorando quotidianamente al fianco e a sostegno delle attività produttive che stanno attraversando un momento molto complesso e complicato, se non addirittura drammatico.
Se non dovessero arrivare dai governi nazionale e regionale, come ci auguriamo e sollecitiamo, misure concrete ed immediate, in particolar modo serve liquidità a fondo perduto, il rischio di vedere molte imprese chiudere i battenti, a Menfi come in altre parti del Paese, sarà elevato.
La depressione si trasformerebbe presto in recessione e sarebbe la fine per una vastissima platea di partite iva. Il tessuto produttivo menfitano, improntato sul turismo, agricoltura, artigianato e commercio, sta soffrendo parecchio, è in ginocchio, e si corre il serio rischio della tenuta socio-economica per via anche dell’emorragia legata alla perdita dei posti di lavoro. Tutto questo va evitato o quanto meno limitato. Noi ce la metteremo tutta.
Potranno esserci attività che non saranno in grado di ripartire? Quali settori sono più a rischio?
Sono diversi i segmenti produttivi al collasso, ormai allo stremo delle forze. Lo dice il sottoscritto come responsabile locale della CNA e anche come tributarista qualificato e certificato, che si occupa della contabilità delle imprese.
Rispetto alla situazione locale, le attività più colpite dagli effetti della pandemia sono quelle legate alla filiera turistica, ma anche i parrucchieri, i barbieri, i centri di estetica, per i quali viene incomprensibilmente rinviata la riapertura visto che in Sicilia la parabola del contagio è ormai prossima allo zero, e le piccole botteghe di artigiani che vivono una condizione di estrema difficoltà. Vanno salvate tutte.
Avete chiesto al comune di Menfi una riduzione dei tributi locali in modo da favorire i commercianti fortemente danneggiati da questa crisi. Dal Comune che risposte stanno arrivando?
Si, è stato chiesto un raffronto tecnico da parte della CNA di Menfi, tramite PEC esattamente inviata lo scorso 6 aprile. Abbiamo chiesto sia la sospensione che l’annullamento dei tributi locali (Tari, IMU, TASI, Tosap e tassa sulla pubblicità) per tutte le imprese artigiane e commercianti.
Fino ad oggi però non c’è stato alcun riscontro, attendiamo fiduciosi una risposta da parte dell'amministrazione comunale, che è chiamata, per quanto di sua competenza, a dare un fattivo contributo, destinato a mitigare i notevoli danni economici subiti dagli operatori.
Quali sono secondo voi del Cna Menfi le priorità di intervento per evitare un collasso dell’economia?
Partiamo dalla riduzione o dall’annullamento dei tributi locali. Poi, come detto prima, stiamo chiedendo con forza, attraverso i vertici provinciali, regionali e nazionali della Confederazione, di stanziare aiuti a fondo perduto per le aziende.
La liquidità erogata sotto forma di prestiti, seppur agevolati, non è la soluzione appropriata al dramma del momento. Si traduce, infatti, in ulteriore debito, di cui le imprese non possono oggi farsi carico. Inoltre, serve meno burocrazia e più velocità nell'erogazione dei bonus e del sostegno al reddito destinato ai lavoratori in cassa integrazione.
Parrucchieri ed estetisti ma anche bar e ristoranti sono le categorie più danneggiate. Vista la situazione in Sicilia, vi aspettate che il Presidente Musumeci possa anticipare le riaperture a condizione che tutto avvenga in sicurezza?
Il Presidente del Consiglio, nella conferenza stampa, ha fissato per questi profili professionali la riapertura al primo di giugno. E’ una scelta che non ci trova d’accordo. La CNA, attraverso i suoi organismi, si è subito attivata e mobilitata. Lo ha fatto in ambito nazionale, ma anche in ambito siciliano per sollecitare la Regione ad anticipare l'apertura di queste attività. E credo che, in riferimento agli operatori ed operatrici che si occupano della cura e benessere della persona, ci possano essere nell’isola spiragli concreti per una ripresa ravvicinata, sulla base di elementi oggettivi.