Gestione diretta del servizio idrico integrato. La Comunità di Menfi incontra il Cardinale di Agrigento

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(Fonte multimedia: palermo.repubblica.it/)


Ieri, Domenica delle Palme, la Comunità di Menfi ha incontrato Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento. Durante il colloquio il Cardinale ha ascoltato con attenzione il Sindaco Mauceri che ha evidenziato le ragioni per il proseguo della gestione diretta del servizio idrico integrato. I rappresentanti del Comitato “Acqua Pubblica Gestione Diretta” hanno sottolineato i vantaggi della gestione diretta per l'Ente comunale, nonché i vantaggi economici per i cittadini, per la salvaguardia della professionalità acquisita e per la pace sociale della comunità.

Infine, il Sindaco ha consegnato una lettera, firmata dagli amministratori attuali, da cinque ex Sindaci, ex Presidenti del Consiglio e ex Assessori, che si sono avvicendati nell'ultimo trentennio nell'amministrazione del Comune di Menfi e da diverse associazioni di Menfi. La lettera riassume la storia della gestione del servizio idrico e delle varie lotte sociali, in rispetto della legge e delle normative vigenti, messe in atto in difesa dell'acqua come bene comune contro la privatizzazione e la mercificazione di un bene essenziale. Infine, hanno chiesto a Sua Eminenza la vicinanza in questa difficile difesa di un bene comune inalienabile.

Di seguito il testo della lettera aperta

A Sua Em.za Rev.ma

Cardinale Francesco Montenegro

Arcivescovo Metropolita di Agrigento.

Eminenza Reverendissima, con animo riconoscente per quanto da più di un decennio Ella sta seminando nella nostra provincia di Agrigento e come credenti in Cristo, avendo anche meditato a lungo sull’enciclica “Laudato si’” del Santo Padre Francesco e su quanto lo stesso Pontefice lo scorso 8 novembre ha scritto ai partecipanti alla conferenza “La gestione di un bene comune: l’accesso all’acqua potabile per tutti”, sentiamo il bisogno di sottoporLe le seguenti considerazioni che riteniamo in perfetta sintonia con quanto scritto dal Santo Padre in occasione della stessa conferenza relativamente al rifiuto di poter considerare l’ “Acqua come una qualsiasi merce”.

La privatizzazione del Servizio Idrico Integrato effettuata nel 2007 con una gestione unica per 26 comuni della provincia di Agrigento, è stata una scelta politica sbagliata che ha avuto solo degli effetti negativi: aumento delle tariffe, disservizi, una indagine giudiziaria che vede indagati circa 70 fra politici, funzionari dello Stato, amministratori ecc., debiti per la collettività e lauti profitti per alcuni soggetti.

Alcuni amministratori comunali, che avevano seguito attentamente la procedura di gara ad evidenza pubblica, con una sola ditta partecipante, tendente dunque a creare un regime monopolistico privato dell’acqua, disattendendo lo spirito e le procedure della legge nazionale e comunitaria, si sono opposti mettendo in atto una resistenza passiva, cioè non consegnando, giustamente, le reti di proprietà comunale, come riconosciuto legittimo dalle stesse norme regionali. Inoltre, i Comuni non consegnatari rispettosi da sempre hanno attuato il principio della Sussidiarietà nei confronti degli altri Comuni della Provincia.

Nel dibattito a cui assistiamo in questi giorni sulla suddetta questione dobbiamo sottolineare alcune rigide prese di posizione, talora sconfinati nella violenza verbale, nei confronti di quei Comuni che, operando nella legalità, non si sono allineati o lasciati fagocitare dal sistema monopolistico e clientelare. A distanza di tanti anni, ancora oggi, ci troviamo a dover difendere tale diritto dalle speculazioni di quanti cercano di mercificare un bene comune come l’acqua allo scopo di trarne arricchimento personale a scapito dell’Ente Comunale e dei cittadini. Noi cittadini di Menfi, ancora una volta, siamo chiamati alla difesa dei nostri diritti in tal senso e tale lotta ha radici lontane, addirittura risalenti all’alba del XX secolo, quando il Sindaco menfitano, dott. Santi Bivona, considerate le carenze igienico-sanitarie in cui versavano i suoi concittadini, progettò e realizzò, non senza ostacoli, l’acquedotto comunale “Favarotta” che fu, allora, considerato modello di Ingegneria Idraulica.

Consideriamo il suo esempio di Amministratore lungimirante e proficuo come un punto di riferimento affinchè quello che fu il suo sogno di una Menfi migliore dove realizzare la pace sociale, l’abbattimento delle diseguaglianze e più eque condizioni di vita per tutti, sia anche l’obiettivo delle nostre battaglie presenti e future. Il Consiglio Comunale di Menfi, riunitosi in assemblea aperta, ha visto la partecipazione dei cittadini, delle Associazioni comunali e provinciali, i rappresentanti del Clero, i Sindaci e i Rappresentanti parlamentari del territorio. Si è scritta, ancora una volta, un’altra bella pagina di Democrazia Partecipativa che ha chiarito e respinto alcune informazioni parziali ed alterate sul tema della gestione del Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Agrigento.

E’ stata riaffermata con chiarezza: la volontà di condividere un percorso comune con i 43 Comuni dell’ATI per la scelta di un nuovo gestore pubblico che interesserà tutti i Comuni dell’Ambito tranne quelli che hanno già intrapreso il percorso per il riconoscimento dei requisiti necessari per mantenere la gestione diretta (art.147 D. Lgs. 152/2006), tra cui il Comune di Menfi; la volontà e disponibilità a contribuire ad riaffermare le funzioni e i compiti dell’ATI come titolare delle risorse idriche.  l’Assemblea ha, inoltre, auspicato l’apertura di una nuova fase propositiva ed operativa fra tutti i 43 Comuni dell’ATI di Agrigento per intraprendere percorsi condivisi e procedure di collaborazione per salvaguardare la Gestione Pubblica del Servizio, affidando all’ATI il compito di coordinamento che adotta misure di organizzazione e di integrazione fra la pluralità di soggetti gestori, come previsto dall’art.7 comma 2 dello Statuto dell’ATI di Agrigento.

Il Comune di Menfi non consegnatario delle reti, riafferma, ancora una volta, la volontà della sua comunità, di chiedere con forza che venga riconosciuto dalla stessa Assemblea Territoriale Idrica il diritto a continuare a gestire il Servizio Idrico Integrato in forma diretta e pubblica secondo i criteri di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto dei principi di salvaguardia degli organismi esistenti riconosciuti dalle norme (art. 147, comma 2/bis del D.lgs 152/2006) e richiamati nello stesso Statuto dell’ATI, nonché nel rispetto di ogni altra norma che tutela tale gestione diretta.

Sicuri della Sua attenzione a queste nostre considerazioni

La ringraziamo chiedendoLe di starci accanto come ha sempre dimostrato.

La Comunità di Menfi

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