Nel processo di mafia Opuntia, la Corte di Appello di Palermo, III Sez. Penale, all’udienza del 22 febbraio scorso, ha dichiarato inammissibile l’impugnazione proposta dalla DDA avverso la sentenza assolutoria emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, nei confronti dei menfitani Alesi Giuseppe, Alesi Cosimo, Scirica Pellegrino e del saccense Friscia Domenico.
La sentenza assolutoria per non aver commesso il fatto pertanto diventa definitiva. Nel giudizio di Primo Grado, celebratosi con il rito abbreviato avanti il GIP del Tribunale di Palermo, gli imputati Alesi Giuseppe, Alesi Cosimo, difesi dagli Avv.ti Luigi La Placa (nella foto), Nenè Alagna e Sandro La Placa, Scirica Pellegrino difeso dall’Avv. Flavio Moccia e Friscia Domenico, difeso dagli Avv. Teo Caldarone e Francesco Graffeo, erano stati assolti per non aver commesso il fatto.
Avverso tale sentenza è stato proposto appello dalla DDA di Palermo, ma le difese degli imputati Alesi Giuseppe, Alesi Cosimo, Scirica Pellegrino e Friscia Domenico, hanno eccepito mediante memorie difensive la tardività dell’impugnazione e quindi l’inammissibilità dell'appello.
All’udienza del 22 febbraio 2021, la Corte di Appello di Palermo, III Sez. Penale, accogliendo l’eccezione sollevata dai difensori degli imputati ha dichiarato con ordinanza inammissibile l’impugnazione proposta dalla DDA avverso la sentenza assolutoria emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, nei confronti dei menfitani Alesi Giuseppe, Alesi Cosimo, Scirica Pellegrino e del saccense Friscia Domenico.
La sentenza assolutoria per non aver commesso il fatto emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, nei confronti di Alesi Giuseppe, Alesi Cosimo, Scirica Pellegrino e Friscia Domenico, pertanto diventa definitiva. I difensori dei fratelli Alesi Giuseppe e Alesi Cosimo, Avv.ti Luigi La Placa, Nenè Alagna e Sandro La Placa, sottolineano l’impegno non indifferente nell’esaminare la mole degli atti processuali contenuti nel fascicolo del P.M., coadiuvati anche dall’Avv. Giovanni Galletta, al fine di dimostrare l’estraneità dei fratelli Alesi ai fatti contestati.