Salaparuta, targa in ricordo di un giovanissimo folgorato da scarica elettrica e morto 56 anni fa

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“A distanza di 56 anni il ricordo di quel drammatico giorno è ancora vivo in me, come se fosse accaduto ieri”. Sono queste le parole di Antonino Monti, 66 anni, fratello del povero Rosolino, originario di Belmonte di Mezzagno, morto folgorato da una scarica elettrica il 10 maggio 1968 mentre si trovava a Salaparuta, in contrada Donna Rosa, a lavorare per la realizzazione della baraccopoli di Salaparuta che avrebbe dovuto ospitare gli “scampati” di Salaparuta al terribile terremoto del gennaio 1968.

Il fratello del compianto Rosolino, deceduto tragicamente all’età di 17 anni e mezzo (avrebbe compito 18 anni il 24 settembre 1968) è profondamente commosso, quasi in lacrime, nel rievocare la morte del fratello. “Il primo a soccorrere mio fratello Rosolino -racconta il fratello Antonino- è stato nostro cugino Francesco che lavorava anche lui a Salaparuta nella stessa squadra.

Subito accorso, si è aperta davanti ai suoi occhi la cruenta scena di mio fratello ancora attaccato al volante di una betoniera. Ha cercato prontamente di dargli aiuto tranciando il cavo per interrompere il flusso della corrente. Ma mio fratello poverino -continua Antonino Monti- non dava segni di vita, non respirava. Così mio cugino lo ha caricato nella sua auto partendo in direzione di Santa Ninfa alla ricerca di un pronto soccorso sanitario. Poco prima di arrivare a Santa Ninfa, si imbatte in una infermeria gestita da militari.

Ma qui, i sanitari si accorgono subito che per mio fratello Rosolino non c’era più niente da fare. E non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso per
soffocamento”. E lei, dopo 56 anni che ricordi ha di suo fratello Rosolino?

”Io allora avevo 10 anni-risponde Antonino Monti-e mio fratello invece 17 anni. Ho pochi ma bellissimi ricordi. Ho il ricordo di un fratello maggiore, era il primo di 5 figli, era una persona amorosa, bravissima e volenterosa. Ancora oggi a Belmonte Mezzagno molti lo ricordano come un bravissimo giovane”.

Adesso il povero Rosolino, riposa in pace al cimitero di Canegrate (Milano) accanto alla sua mamma Antonina. Allora la tragica morte del giovanissimo Rosolino Monti si configurò come “morte sul luogo di lavoro”. Un fenomeno purtroppo ancora molto presente nel nostro paese. Un evento drammatico legato al verificarsi di un altro evento calamitoso: “il terremoto del gennaio 1968” che mise in ginocchio l’intera Valla del Belice. Seminando lutti, macerie
e rovine.

Ora Antonino Monti e la sua consorte Maria sono tornati a Salaparuta, piccolo centro nel cuore del Belice su invito dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vincenzo Drago. E proprio ieri, giorno del 56 anniversario del terremoto del Belice, dopo la celebrazione della Santa Messa in suffragio
anche del povero Rosolino, il sindaco Drago ha consegnato, all’interno dell’aula consiliare, ad Antonino Monti, una targa in ricordo del fratello Rosolino deceduto a Salaparuta il 10 maggio 1968.

“In ricordo di Rosolino Monti -si legge nella targa- nato a Belmonte Mezzagno il 24.09.1950 la cui giovane vita è stata stroncata il 10 maggio 1968 nel mentre lavorava per la costruzione della baraccopoli di Salaparuta. Con gratitudine per non dimenticare il sacrificio di Rosolino Monti, che
rimane intessuto con la storia della nostra comunità salitana”.

“Anche se i documenti parlano di decesso di Rosolino Monti a Santa Ninfa -ha sottolineato il sindaco Vincenzo Drago- noi lo facciamo proprio come un cittadino di Salaparuta, vittima del terremoto del 1968.Grazie al professore Caltagirone che con la sua ricerca storica ha fatto riemergere la vicenda di
Rosolino Monti”.

”Rivolgo-tiene ad evidenziare Antonino Monti-un sentito ringraziamento all’architetto Pippo Verde e al professore Giacomo Caltagirone che mi hanno aiutato a rispolverare la drammatica e tragica vicenda di mio fratello Rosolino che rischiava di cadere nel dimenticatoio. E ringrazio soprattutto l’amministrazione comunale di Salaparuta”.

In Chiesa SS.Trinità per la Santa Messa, officiata da Padre Giovanni Butera in memoria delle vittime del terremoto e di Rosolino Monti, e nell’aula consiliare per la consegna della targa in ricordo di Rosolino Monti, oltre a numerosi cittadini di Salaparuta, erano presenti: il vice sindaco di Salaparuta nonché assessore alla Cultura Patrizia Santangelo, il comandante della stazione carabinieri di Salaparuta Antonio Marino, gli ex sindaci Salvatore Castronovo, Rosario Drago e Michele Saitta,gli assessori comunali Francesco Lombardo e Leonardo Tritico, il presidente del consiglio comunale Antonino Cinquemani, il suo vice Giovanni Regina, il consigliere Luigi Di Girolamo.

In aula consiliare, da registrare la partecipazione del Coro Polifonico “Belice Canto” di Salaparuta che ha intonato un brano, in memoria del compianto giovanissimo Rosolino Monti. Mentre sia in Chiesa che nell’aula consiliare è stato letto dalla nipote Vincenza Milazzo lo “struggente” racconto sul terremoto, scritto, 56 anni fa, da Vincenzo Milazzo appassionato poeta di Salaparuta.

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