Nel ricordo di Ignazio Milillo. Il sambucese Tenente Colonnello protagonista dell'arresto di Luciano Liggio

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Nel mese della legalità il generale dei CC a riposo Gianfranco Milillo, ricostruisce la vera storia della cattura dell’ ex primula rossa della mafia siciliana, Luciano Liggio avvenuta a Corleone  il 14 maggio 1964, per opera del padre Ignazio (nella foto) all’epoca Tenente Colonnello, Comandante del Gruppo esterno Carabinieri di Palermo. 

“Un arresto- racconta Milillo che, col fratello Fausto ha seguito le orme del padre raggiungendo entrambi il grado di Generale nell’  Arma dei Carabinieri- che scatenò un vespaio di polemiche interne alle forze dell’ordine, con una vasta eco negli organi di stampa, in quanto, inizialmente, l’allora commissario di Polizia, Angelo Mangano, se ne attribuì immeritatamente la paternità, che poi venne  smentita sia in Commissione Parlamentare che in sede giudiziaria.

Venne fatta chiarezza quando la paternità dell’operazione fu attribuita ai Carabinieri ed, in particolare, al Tenente Colonnello Ignazio Milillo, Comandante del Gruppo Esterno Carabinieri di Palermo. Meriti che lo portarono ad ottenere, fra l’altro, oltre agli Encomi ed all’Alto Riconoscimento del Presidente della Repubblica pro tempore, Antonio Segni, e delle massime autorità governative, la “Cittadinanza Onoraria” dal Comune di Corleone nel 1995: una testimonianza “per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata”. Il ricordo di quei momenti di scontro su chi fosse il vero artefice dello storico arresto è ancora vivo nella memoria del figlio Gianfranco che così continua “Il commissario Mangano  in passato, per essersi attribuito ancora il merito, fu querelato da mio padre nel 1973 e si instaurò un processo per direttissima dinanzi il Tribunale di Milano. Il processo si  concluse con la remissione della querela da parte di mio padre, dopo che il Questore Mangano ‘riconobbe, per iscritto’, che ‘l’intervista rilasciata al settimanale l’Europeo e pubblicata sul n. 27 del 5 luglio 1973, non voleva costituire offesa alla reputazione e alla onorabilità del Generale Milillo e degli Ufficiali intervenuti all’operazione Liggio, riconoscendo inoltre i prevalenti meriti, tanto nella clamorosa cattura di Liggio, quanto alla concreta felice lotta alla mafia con l’arresto di oltre mille mafiosi e favoreggiatori”.

“E’ stato accertato in sede dibattimentale con la testimonianza dello stesso Liggio – prosegue Milillo – che fu svegliato di soprassalto dai Capitani dei Carabinieri Carlino e Ricci, ovviamente, ben prima che Mangano fosse entrato in quella stanza, beninteso anche dopo i Colonnelli Milillo e Siracusano e ben dopo che Milillo lo aveva ‘dichiarato in arresto’ e disarmato della sua Smith e Wesson 38. La primula rossa della mafia dell’epoca, rivolgendosi a Milillo disse: “sempre a lei colonnello….l’avrei data la pistola”. Cinquantaquattro anni sono trascorsi da quel giorno in cui veniva assicurato alla giustizia uno dei più longevi latitanti nella storia della Repubblica italiana. “Alla macchia” per oltre tre lustri – ed altrettanti di indagini serrate da parte dei Carabinieri – avevano reso Luciano Liggio, tra i boss più ricercati dell’epoca.

Ricordi ancora vivi nella memoria di un figlio che ha rivendicato, con orgoglio, i meriti del padre in occasione della giornata nazionale della legalità, rilasciando tali dichiarazioni anche alla Agenzia Giornalistica Velino della Campania, regione in cui vive essendosi trasferito, dopo il pensionamento, ad Agropoli in provincia di Salerno. Il generale Ignazio Milillo (Sambuca di Sicilia 1°  gennaio 1914- Palermo 27 gennaio 2004), ultimo di sette figli, rimasto a soli nove anni orfano della madre venne inviato in un collegio romano presso i Padri Pallottini per gli studi ginnasiali e liceali. Laureato in Lettere, nel 1939 entrò nelle file dell'Arma dei Carabinieri nella quale si distinse per particolari benemerenze che gli valsero encomi solenni, prestigiosi riconoscimenti ed onorificenze.

L’Amministrazione Comunale di Sambuca di Sicilia presieduta dal sindaco pro tempore Martino Maggio, ha intitolato al Generale Milillo l’Aula dove si riunisce il Consiglio Comunale ed una strada, nella zona di villeggiatura di Adragna, che immette nella sua villa dove i suoi familiari soggiornano, periodicamente, specialmente nella stagione estiva.

Giuseppe Merlo

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