Menfi. Il Comune revoca la concessione a Fabio Campanella, il TAR la sospende. "Io vittima di un'ingiustizia"

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"È stato un colpo durissimo, inaspettato, che mi ha procurato immenso dolore e sconforto. Ho dovuto comunicare a mia moglie che i prossimi mesi sarebbero stati cupi e tremendi. Non avrei potuto più garantire il necessario alla mia famiglia, dato che avrei perduto il mio unico lavoro". Con queste parole Fabio Campanella ha introdotto la sua storia.

Campanella è titolare di un'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande all'interno della Villa comunale di Menfi. Il 29 aprile 2015 Campanella ha ottenuto una concessione decennale, rinnovabile per ulteriori dieci anni, di suolo pubblico pari a 24 mq, per l’esercizio di commercio su aree pubbliche con Chiosco.

"Ho ottenuto, dopo un lunghissimo iter burocratico di circa 2 anni, una concessione per l'esercizio su aree pubbliche di attività di bar. Questa è l'unica attività che svolgo dal 2015 e mi consente di mantenere la mia famiglia in maniera dignitosa. Sono sposato con tre figli minori e l'attività consente alla mia dipendente di avere uno stipendio".

La notizia inaspettata: "Nel mese di febbraio sono stato raggiunto presso la villa dal messo Comunale che mi ha notificato la revoca della concessione e mi veniva ordinato di smontare il chiosco e le relative pertinenze entro 90 giorni ripristinando, a mie spese, i luoghi. Con la delibera n. 1/2024, di cui il sindaco è proponente e avente per oggetto «Interventi volti alla riqualificazione della villa comunale», la Giunta Comunale deciso che la mia attività di bar era incompatibile con la futura destinazione a parco giochi della Villa Comunale".

"Le motivazioni - continua Campanella - sono da ricercare in un finanziamento che il Comune avrebbe dovuto ottenere dalla Regione Siciliana, adducendo l’interesse pubblico superiore. La Villa comunale misura circa diecimila metri quadri ma, incomprensibilmente, è stato ritenuto di collocare uno scivolo o altalena donato da un privato, di circa 20 mq. di superficie, proprio sui 60 mq. a me legittimamente concessi. 

"Mi sono chiesto, senza trovare una plausibile risposta, perché non è stato possibile trovare 20 mq all'interno della Villa dove collocare tale donazione; perché la mia attività fosse incompatibile; perché non avrei potuto somministrare un gelato o un caffè ad una mamma in compagnia del proprio figlio".

"Si vorrebbe quindi imputare a me il degrado in cui versa la Villa Comunale? La mia concessione è di 60 mq., nulla in confronto all'estensione della villa".

"Oltretutto la delibera della Giunta - prosegue Campanella - si fonda su un finanziamento regionale fondo ex art. 40 l.r. 2/2023 dal quale il Comune avrebbe dovuto attingere. La graduatoria della predetta legge, nella quale tale progetto è stato ritenuto non ammissibile a finanziamento, è stata pubblicata nei primi giorni del mese di dicembre cioè un mese prima della delibera che è del gennaio 2024".

"Per salvaguardare il mio posto di lavoro e quello della mia dipendente, sono stato costretto a richiedere l’intervento della competente autorità giudiziaria. Il TAR Sicilia, sezione Prima ha accolto la mia istanza cautelare, permettendomi di ottenere la sospensione della revoca di concessione".

"Ritengo, dopo le molte sofferenze patite e le notti insonne passate con mia moglie, guardandoci in silenzio, - conclude Campanella - di avere subito una ingiustizia che non potrà rimanere impunita". 

La data di discussione del ricorso nel merito è fissata per il mese di settembre 2024. Ogni dichiarazione da parte del sindaco Vito Clemente sulla vicenda avverrà durante il prossimo consiglio Comunale di lunedì 22 aprile.

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