Assolto dalla sesta sezione penale del Tribunale di Torino dopo cinque anni di processo M.B., un trentasettenne di Sambuca di Sicilia accusato di una serie di reati informatici volti a fargli percepire somme non dovute. Secondo la Procura di Torino M.B. avrebbe approfittato di alcune sue buone conoscenze nel campo dell'informatica ponendo in essere un piano diabolico che almeno per una decina di volte gli avrebbe consentito di perpetrare delle truffe on line.
In base all'accusa l'imputato avrebbe infatti prima creato un falso account su eBay con cui poneva in vendita fintamente apparecchi elettronici, quindi si sarebbe fatto accreditare le somme su conti correnti di terze persone ignare delle cui credenziali riusciva ad appropriarsi ed infine da quei conti correnti, sempre fraudolentemente, sarebbe riuscito ad effettuare bonifici verso un suo conto postale.
Il Tribunale di Torino è tuttavia pervenuto ad una sentenza di assoluzione non essendo stato chiarito in che modo da un punto di vista tecnico M.B. potesse riuscire ad impadronirsi delle passwords dei titolari dei conti correnti, sparsi in tutta Italia, da cui provenivano i bonifici in suo favore. Il Giudice ha accolto la tesi difensiva dell'Avvocato Caracci, secondo cui un imputato, per quanto attinto da gravi indizi di colpevolezza, non può mai essere condannato se la Pubblica Accusa non chiarisce con appagante certezza quali siano state le concrete modalità con cui è stato commesso il reato attribuito.