Leo Sutera era tornato pienamente operativo nel suo territorio di sempre, si interessava di lavori pubblici e appalti e cercava di far valere il suo «peso» mafioso acquisito dopo tanti anni di militanza, con due condanne sul «curriculum»” che ne avevano rafforzato il prestigio. Ne è convinto il pubblico ministero della Dda di Palermo, Alessia Sinatra, che ha chiesto la condanna a 20 anni di carcere per il presunto capomafia di Sambuca, ritenuto uomo di fiducia del latitante Matteo Messina Denaro.
La richiesta è stata avanzata nel corso del processo in cui il boss di 69 anni è imputato per associazione mafiosa assieme a tre persone accusate di favoreggiamento: Giuseppe Tabone, imprenditore di 53 anni; Maria Salvato, fioraia di 45 anni; Vito Vaccaro, di 57 anni. Il processo si svolge con il rito abbreviato davanti al gup Marcella Ferrara, così come raccontato da Gerlando Cardinale.
Fonte: agrigento.gds.it