Il rapporto che i poeti hanno con le proprie città è un rapporto privilegiato. Ciò che i poeti vi vedono, ciò che a volte in esse scorgono appena, quanto sanno cogliere con il loro sguardo, può addirittura indurre a sospettare che solo a loro sia concesso di avvertirne l’indole, l’umore e il respiro segreto. Le città sono per i poeti muse ispiratrici, luoghi simbolici dell’anima, spazi circoscritti che alludono a quello complessivo in cui ogni vita si svolge. In altre parole, sono per i poeti entità dotate di vita propria, di una luce con cui ci si può trovare o meno in sintonia. Sono angoli in cui ci si può sentire ad un tempo protetti e precari, spaesati o accolti all’interno di un ordine che ha talora l’aspetto di uno spazio concluso ritagliato all’interno di un vortice incomprensibile.
Sono stati molti i poeti che hanno dedicato i loro versi alla loro amata città, palcoscenico di tutti i vizi e le virtù degli uomini, denunciandone le nefandezze ed esaltandone i pregi. Uno di questi fu il grande poeta Nino Ardizzone, i cui versi erano dedicati alla sua adorata Menfi, di cui ne ha descritto tutte le sfaccettature, cogliendone gli aspetti sia positivi che negativi.
La nostra redazione ha voluto ricordare il poeta Ardizzone, attraverso il racconto di un suo caro amico e grande estimatore Nino Sanzone.
Di recente ha omaggiato il poeta Nino Ardizzone con un video su YouTube. Cosa ha voluto trasmettere, recitando una sua poesia?
“Avevo in precedenza già realizzato altri lavori sul poeta. In questo video sollecitato dal presidente dell’Istituzione Culturale “Federico Secondo” di Menfi dott. Gioacchino Mistretta, in occasione dell’anniversario della morte del sommo poeta Dante Alighieri, ho voluto ricordare la figura di Nino Ardizzone, recitando una poesia “ LU RIMINATURI DI CUSCIENZI” che rappresenta egregiamente il suo manifesto, la sua identità, il suo essere; uno scuotitore di coscienze ormai assopite dall’ arroganza degli uomini ingiusti che governano stoltamente:
“Scusati nubilissimi signuri si quantu vi dicu vi guasta la festa, ma ieu un sugnu lu santu prutitturi di la genti onesta o disonesta, nun sugnu cu cerca favuri pi fari li cunti e vidiri c’arresta, nun sugnu di fumu vinnituri, chiddu c’annegghia l’occhi di la testa……..”
I versi di questo poeta sono ancora attuali?
“Attualissimi! Nei suoi componimenti, oltre a cantare la vita ancestrale, sviluppa tematiche correnti, come l’ambiente (LAMENTU DI NATURA), la socializzazione (LU CURTIGGHIU DI LA ‘ZZA SARA), l’antropologia (QUANN’ERA PICCILIDDU) - (L’URTIMA RADICA) – (L’AMARU MUCCA), satira politica (SUGNU POETA E CANTU). Voglio evidenziare l’opera “LAMENTU DI NATURA” nella quale dando voce agli abitanti di un bosco, denuncia la capacità distruttiva dell’uomo:
‘Ncelu vularu nevuli e scintilli, abbilinaru celu, terra e mari; armali ‘nni mureru a milli a milli e senza chi si pottiru guardari. Nevuli, nevuli davanti all’occhi di la genti, nevuli di livanti e di punenti, nevuli nivuri, fumu di putenti……….”
Quale eredità culturale ha lasciato alle generazioni future?
“Nino Ardizzone è stato oltre che poeta, anima critica, attento osservatore degli usi e dei costumi, cultore delle tradizioni popolari. Poco prima del decesso, aveva realizzato il censimento di tutti gli abbeveratoi presenti nel territorio di Menfi. Nei suoi scritti, era forte la voglia di trasmettere alle nuove generazioni, la memoria storica ormai perduta della nostra amata terra.”
Cosa la colpisce dei versi di Nino Ardizzone?
“Nei versi di Nino, si percepisce fortissimo il grido di dolore per la decadenza dei valori sociali, lottava per una società più sana, più giusta ed equilibrata, senza i soprusi e l’arroganza dei “potenti”. Ma oltre all’impegno sociale, alcune liriche mettono in evidenza il suo stato d’animo carico di sensibilità, come nella poesia dedicata ai nipoti:
“Chi c’è, chi c’è…. Tra mia e tia, chi crea su sintimentu accussì forti, cchiù forti ancora di la vita, cchiù forti puru di la stessa morti. Quannu mi veni ‘ncontru a vrazza aperti, quantu tinirizza chi mi porti………”
Ci sono progetti culturali legati a questo grande poeta di Menfi?
“Allo stato attuale, considerando l’emergenza Covid non c’è nessuna iniziativa in corso, mi auguro in futuro maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali, per dare più visibilità a quest’uomo che era profondamente innamorato della sua città.”
C'è un ricordo personale legato a Nino Ardizzone?
“Veniva a trovarmi spesso nel mio negozio per parlare di poesia e letteratura, nonché delle vicende politiche legate alla città e non solo, era un piacere dialogare con lui, profondo conoscitore del territorio, mi raccontava spesso aneddoti su fatti, personaggi e luoghi della nostra città.
Quasi tutte le mattine mi deliziava con le nuove creazioni che quotidianamente componeva, era un vulcano di creatività, ogni giorno era una nuova scoperta. Oltre alle pubblicazioni ha lasciato (come mi ha confidato la sua gentile signora Concetta Cusumano) una quantità enorme di materiale ancora da catalogare e possibilmente pubblicare. Mi auguro che in futuro le istituzioni diano più attenzione alla memoria di Nino Ardizzone favorendo iniziative atte a dare al poeta la giusta dimensione nel panorama culturale cittadino.”
Ringraziamo Nino Sanzone per la sua disponibilità e per avere voluto condividere con noi il personale ricordo del poeta Nino Ardizzone.
Celebrare ed esaltare la cultura e la letteratura del nostro territorio, attraverso i versi di grandi poeti, è un modo per non dimenticare le nostre radici e ciò che siamo. I versi di questo poeta riguardano tutti noi ed è un patrimonio che siamo tenuti a custodire, perché descrivono la nostra società in modo schivo e sincero.
Come disse una nota scrittrice Piera Mattei, in un suo libro: “sarà forse proprio riscoprendo il piacere di farci in questo modo visitatori e cittadini più attenti, in grado di conversare con lo sguardo di chi prima ha apprezzato le atmosfere e gli incanti segreti delle città che ci sono più care, che queste potranno rimanere scrigni vivi di memorie anche per le generazioni future”.