LUCCA, SABATO 13 APRILE 2019. La Sala Tobino del Palazzo Ducale di Lucca, è già gremita. L’evento è importante: la presentazione del secondo volume che raccoglie le lettere che Puccini ha inviato dal 1897 al 1901. 863 lettere, 296 delle quali mai pubblicate. Un progetto colossale che prevede la pubblicazione di ben undici volumi curati da uno staff prestigiosissimo di musicologi e docenti universitari coordinati da Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling per la Leo S. Olschki. Il primo relatore, il Professor Lorenzo Bianconi dell’Università di Bologna, incentra il suo intervento sul genere epistolare, ponendo un confronto tra le diverse raccolte di lettere che ci hanno lasciato i più grandi artisti per sottolineare come l’epistolario di Puccini sia tra i più ricchi e più assortiti per tipologie di destinatari e per l’eterogeneità degli argomenti.
I toni sono professionali, formali ma anche affettuosi, goliardici, amichevoli o confidenziali a seconda dei destinatari. Il tema dello stile epistolare pucciniano è stato poi focalizzato dal professor Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa che ha esposto uno studio sui lemmi e le strutture linguistiche strettamente legati alla parlata lucchese. Non sono mancati i momenti di ilarità quando si sono letti passi di lettere costellati dalle più fantasiose bestemmie e da espressioni sboccate mascherate da giochi di parole. Gabriella Biagi Ravenni, curatrice dell’Opera, ha sottolineato le molte difficoltà incontrate nella ricerca delle lettere, nella interpretazione e nella contestualizzazione, operazioni lunghe e complesse rese possibili dalla professionalità del team scientifico. Il mio intervento ha voluto sottolineare alcuni aspetti del genere epistolare, quello di mettere a nudo il carattere dell’Autore. Puccini arbitro, controllore e costruttore del suo successo, ambizioso e falso modesto?
Per rispondere a questa domanda ho letto, dalla pag. 62 del volume in oggetto, la lettere del luglio 1897 spedita da Puccini al Direttore d’orchestra menfitano, l’allora famoso Antonino Palminteri presso il Teatro Politeama “Duca di Genova” di La Spezia: “Seppi, da un intelligente mio amico, che assistè alla premiére, della buona ed efficace interpretazione per parte principalmente dell'orchestra. Lo so quanto Manon sia difficile e quante cure richieda per ben farla sortire. Fui tanto contento ed ora maggiormente sapendone lei il direttore. Mi sappia dire quando va in scena Bohème e mi indichi la penultima e l'ultima recita di Manon. Tanti ringraziamenti per tutte le cure intelligenti prestate alla mia povera musica e con i saluti più affettuosi e distinti mi creda Suo aff. Puccini “Un Puccini attento che sovraintende alla resa delle sue opere, che era strettamente legata alla capacità e al temperamento del Direttore d’Orchestra. Col Maestro Palminteri, Puccini andava sul sicuro. E fu così che sabato 13 aprile 2019, nella sala Tobino del Palazzo Ducale di Lucca, alla grande figura artistica di Giacomo Puccini, si allineò per un momento quella del nostro grande Antonino Palminteri.
Angela Balistreri