Dopo l’ENI e le sue concessioni D33 BR AG e D28 BR AG anche la Transunion Petroleum decide di trivellare al largo delle coste di Sicilia.
Si tratta della concessione D361 CR TU, il cui termine ultimo per presentare osservazioni è il giorno 13 Luglio 2013. Un progetto per esplorazioni con tecniche air-gun e poi la trivellazione di un pozzo esplorativo.
L’area che si estende per circa 500 chilometri quadrati in totale è in acque che variano dai 66 agli 800 metri: quindi potenzialmente in acque profonde, ma la distanza dalla costa è ridicola, sono circa 7-8 chilometri da riva e nelle strette vicinanze dell’area protetta Biviere di Macconi di Gela, zona del lago ultimo resto della palude caratterizzato da rive fatte di canneti e con qualche isolotto rifugio di ricchissima avifauna, la costa di Contrada Branco Piccolo sita nel Comune di Ragusa dichiarata di notevole interesse pubblico e la zona di territorio comprendente il Fiume Irminio e zone circostanti nei comuni di Scicli, Ragusa Modica e Giarratana.
Inoltre in dette coste sono presenti zone di ripopolamento ittico, tartarughe marine, c’è la posidonia oceanica a 13 chilometri di distanza, una delle specie più importanti del mare ed è protetta da una serie di convenzioni europee ed italiane. Trivellare in dette zone per le associazioni ambientaliste e contro le perforazioni del mare mediterraneo, questo è veramente grave e folle. Stavolta la distanza è veramente minima, i pozzi di esplorazione sarebbe troppo vicini alla costa e in acque profonde dove numerosa è la ricchezza naturale e marina.