Servizio idrico pubblico: consiglio provinciale straordinario sulla gestione "Girgenti Acque"

Servizio idrico pubblico: consiglio provinciale straordinario sulla gestione “Girgenti Acque“

Un consiglio provinciale straordinario sul riaffidamento del servizio idrico alla gestione pubblica. E’ in programma domani pomeriggio convocato dalla XI^ commissione consiliare “Vigilanza sugli Enti partecipati” presieduta dal consigliere saccense Stefano Girasole. Seduta richiesta e sottoscritta anche da 20 consiglieri alla provincia, a cui sono stati invitati oltre il presidente D’Orsi e la sua giunta, anche il commissario dell’Ato idrico di Agrigento, i vertici amministratori e tecnici della Girgenti Acque, i deputati nazionali e regionali, sindaci e presidenti dei consigli dei 43 comuni della provincia, oltre ai rappresentanti sindacali, commercianti e associazioni dei consumatori.
La convocazione di una seduta straordinaria del consiglio alla provincia nasce dalla ormai non più rinviabile discussione della mancata consegna delle reti idriche e fognarie da parte di diversi amministratori della provincia in considerazione del risultato ottenuto dal referendum che ha riportato la gestione pubblica del servizio idrico a cui però non si è dato ancora attuazione.
“Registriamo un nuovo e inquietante capitolo della privatizzazione dell’acqua nella nostra provincia. Siamo sempre più convinti che il servizio idrico integrato, in quanto servizio fondamentale per la salute e il benessere della gente, debba tornare ad essere gestito da un ente pubblico” scrive l’associazione L’AltraSciacca che da sempre si batte contro la gestione privata dell’acqua.
Intanto è di oggi la notizia di una nuova istanza di fallimento della girgenti acque per circa 10 milioni di euro nei confronti del consorzio Tre Sorgenti di Canicattì per la quale è stata fissata udienza per il prossimo 20 febbraio. Pronta le replica di Girgenti Acque: “Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere nelle sedi opportune. Riteniamo il Consorzio responsabile della mancata consegna di reti e sorgenti. Inoltre siamo creditori di circa 8 milioni di euro”.
 

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