Controlli ed invio di ispettori ministeriali per garantire la sicurezza dei testimoni e dei collaboratori di giustizia. Li sollecita con un'interrogazione al ministro della Giustizia, il presidente del gruppo parlamentare alla Camera del Movimento 5 Stelle, Riccardo Nuti. Per il parlamentare, l'incolumità di questi soggetti sarebbe messa a rischio dalla vicinanza nelle località protette con soggetti malavitosi, provenienti dal medesimo territorio se non, addirittura, appartenenti alle stesse famiglie criminali.
Nuti trae lo spunto dalla situazione del calabrese Luigi Bonaventura, collaboratore di giustizia, al momento in una località del Molise, nell'ambito di un programma di protezione, costretto a dividere lo spazio fisico della cittadina dove si trova con altri testimoni e collaboratori di giustizia, provenienti dalla sua stessa area geografica. “Lo stesso Bonaventura – scrive il deputato - non ha fatto mai mistero di essere stato vittima di “incresciosi episodi di persuasione e di pressione, connessi al suo status”.
Intanto oggi si registra un nuovo sfogo del testimone di giustizia, Ignazio Cutrò che ospite della trasmissione Presa Diretta su Rai3, aveva denunciato pubblicamente le condizioni di insicurezza in cui vive. In quell'occasione aveva fatto notare alle istituzioni, tramite le telecamere della tv di stato, che il sistema di videosorveglianza installato nella sua abitazione non funzionava da tempo, nonostante le sollecitazioni agli organi competenti. Sono passati 25 giorni dalla denuncia, tanti incontri con le più alte cariche dello stato nei giorni a seguire della trasmissione ....ma niente risultati, nessun intervento di riparazione, nessun tecnico a casa dell'imprenditore di Bivona per sistemare l'impianto che dovrebbe garantire la sua incolumità. Niente di niente come denuncia ancora Cutrò -"Niente vitalizio, niente perizia fatta da un tecnico del ministero per aiutarci per i danni ricevuti, niente lavoro, niente università per i miei figli (anche in questo caso mi è stato negato l'aiuto chiesto al ministero), niente sospensiva dei termini (me la potevano rinnovare tre volte per ogni sospensiva, a me è stata negata questa grazia. Il mio motto è se non chiedi aiuto nessuno ti può aiutare,io ho chiesto aiuto ma non ricevo risposte ,forse sono pazzo ? voglio qualcosa che non mi tocca? i danni biologici di mio figlio fermi in prefettura da due anni e che ancora senza motivo non vengono liquidati. A casa siamo soli, la notte avevamo pure chiesto un porto darmi ad uso personale, pure quello negato. Cutrò presidente dell'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, tante volte ha pensato di fare le valigie e andare via, ma come dice un detto "campana che non suona a primo colpo non suona più" e non demorde a invogliare gli altri a denunciare e "in culo alla mafia". Cutrò di recente ha preso carta e penna e chiesto aiuto al presidente Rosario Crocetta affinchè desse un segnale forte da parte delle istituzioni ad un padre di famiglia e testimone di giustizia ed imprenditore che per rimanere nella legalità ha denunciato il malaffare. Lo scorso dicembre i senatori del M5S Giarrusso , Bocchino, Castaldi, Campanella e Pepe avevano presentato una interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri dell'interno e della giustizia, proprio per sapere quali iniziative il Governo intendeva assumere affinché le misure di protezione dei testimoni di giustizia siano conformi a quanto previsto dalle disposizioni vigenti in materia e, soprattutto, siano adeguate allo stato di rischio in cui gli stessi versano e tali da ingenerare fiducia ed affidamento nella concreta e reale volontà dello Stato di combattere le mafie.