L'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia rompe il silenzio.

L'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia rompe il silenzio.

A volto celato da  passa montagna  e a telecamere spente, come la sicurezza impone, ieri mattina presso la sede della ConfArtigianato a Roma, l’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia rappresentata con forza da alcuni testimoni e dal loro presidente Ignazio Cutro’, ha sottoscritto un protocollo di intesa con ConfArtigianato e ConfIndustria. Presenti Giorgio Merletti di ConfArtigianato, Filippo Ribelle, ConfArtigianato Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ConfIndustria Sicilia, Antonio Turri, Associazione Cittadini Contro le Mafie, ma anche altre associazioni come Caponnetto, Familiari vittime di mafia, Libere Terre. Un primo obiettivo concreto e costituzionalmente riconosciuto, dunque per l’associazione di uomini e donne testimoni di giustizia al fine di creare gli strumenti adatti ed efficaci per la risoluzione di tutte le problematiche evidenziate nel corso dei decenni dai testimoni di giustizia, un passo  importante e fondamentale, sigillato, con il primo incontro avvenuto presso il palazzo del Viminale a Roma con la commissione centrale di protezione, presieduta dal sottosegretario Carlo De Stefano.
Ignazio Cutro’ e Pietro Di Costa hanno potuto spiegare ed ampliare punto per punto gli obiettivi sottoscritti dai testimoni nel  primo  loro documento ufficiale. E’ stata riscontrata una timida apertura da parte della stessa commissione, ma ad ogni modo questo rappresenta l’avvio di un dialogo costruttivo e l’esigenza di un ulteriore incontro che sarà stabilito nelle prossime due settimane.
“Non può e non deve accadere mai più  che in quello che conosciamo come “mondo civile”, i testimoni che sono soprattutto uomini , donne  e bambini vengano dimenticati dalle istituzioni troppo spesso distratte. I testimoni rimangono un bene assoluto contro la lotta alla mafia e a tutta
la criminalità  organizzata, di conseguenza vanno assolutamente protetti con tutti gli strumenti possibili, non isolandoli ma riportandoli ad una vita quanto più dignitosa fatta sopprattutto di lavoro che rimane un diritto costituzionale” ha dichiarato il presidente Ignazio Cutrò, che invita i cittadini a non avere paura di denunciare per migliorare il futuro dei propri figli, e a non  scendere a patti con l’omertà .
 

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