Dovrà rispolverare le sue “armi” Don Saverio Catanzaro, arciprete di Menfi per fronteggiare la nuova incursione dell’Ato idrico di Agrigento?
L’Ato idrico di Agrigento, infatti, ha deciso di non applicare la norma 6 comma art. 1 della legge Regionale n.2 del 2013, che consente ai comuni che non hanno consegnato gli impianti di continuare la gestione diretta. L’Ato in maniera violenta ha minacciato i sindaci a consegnare gli impianti. La nota ricorda ai Sindaci che non hanno consegnato le reti che pende sulla loro testa una richiesta di rimborso per danni pari a 18 milioni di Euro.
A nulla sono valse anni di lotta e leggi regionali, mobilitazione permanente di consigli comunali, amministratori, movimenti, sindacati e il forum dell’acqua. Nonostante un referendum in cui la maggioranza degli italiani ha detto NO alla privatizzazione dell' acqua, siamo di nuovo al novembre 2009.
Intanto oggi pomeriggio si è tenuto a Burgio un incontro organizzato dal Sindaco Vito Ferrantelli per discutere sulle azioni da intraprendere a seguito della nota inviata dall’Ato Idrico di Agrigento a tutti i 17 comuni che non hanno consegnato le reti al gestore privato.
“Benché non più Sindaco, quale primo firmatario del DDL popolare, ho accettato con piacere l’invito dell’amico Vito col quale abbiamo condotto numerose battaglie in nome delle nostre popolazioni” scrive l’ex sindaco Michele Botta di Menfi, che fu in prima linea a contrastare la privatizzazione dell’acqua a Menfi assieme ad altri amministratori.
“Insieme ai Sindaci abbiamo deciso di continuare nelle azioni di disobbedienza civile fin qui svolte, forti del sostegno popolare e del formidabile esito referendario del giugno 2011” spiega Botta che aggiunge “Ho proposto di chiedere un incontro immediato con il Presidente della Regione Crocetta volto a definire un percorso comune che possa chiudere definitivamente l’anomalia tutta siciliana in cui il servizio idrico integrato è gestito in maniera diversa tra comuni della stessa provincia, promuovendo un cammino di unità anche con quei municipi che già hanno consegnato le reti: possibilmente sfruttando le norme previste nel DDL popolare (bacini idrogeologici omogenei) che, per colpevole volontà della politica siciliana, in maniera bipartisan, si è impantanato tra i corridoi dell’ARS”. Proposta questa che è stata favorevolmente accolta dall’assemblea dei sindaci che hanno sottoscritto un documento ufficiale.