Il giornale americano Wall street Journal ha pubblicato ieri 23 ottobre un articolo riguardante Sciacca e le sue opere incompiute. Al centro dell'articolo uno dei politici più importanti di Sciacca: Calogero Mannino.
L'articolo, molto interessante da una chiave di lettura della odierna situazione economica di Sciacca, ma anche della Sicilia. Ecco uno stralcio dell'articolo tradotto tratto da nentisapia.it (dove potrete leggere la versione completa da qui):
Sciacca, Sicilia – L’acquisto di due orche nel 1980 per far ripartire il settore turistico in questo angolo della Sicilia occidentale fu un disastro. Il Parco Acquatico che le avrebbe dovuto ospitare non fu mai realizzato, nonostante un decennio di progettazione. Ad un certo punto, gli investitori decisero di trasferire le orche in uno zoo islandese.
Tutto’oggi, il governo regionale della Sicilia sta ancora provando ad attirare visitatori in questa soleggiata città di pescatori con un differente progetto pubblico: un grandioso teatro ancora in costruzione da 40 anni e costato 18 Milioni di Dollari.
L’architetto del teatro e suoi figli sono morti. Quest’anno, i politici siciliani hanno impegnato altri milioni di fondi pubblici per finire il teatro che può ospitare 1000 persone.
Sciacca, cittadina di 40000 abitanti è diventata un mausoleo di opere incompiute. L’acqua piovana riempie le vasche di due piscine olimpioniche e le erbacce ricoprono la struttura che le custodisce che non é stata mai aperta. La carcassa di cemento di una Casa di Riposo, che si affaccia sul porto di Sciacca, resta priva di inquilini e di energia elettrica, decenni dopo la sua costruzione.
“Il nostro modello di crescita economica non si costituisce in previsione degli investimenti”, dice Calogero Mannino, 73 anni, uno fra gli artefici delle ‘piogge saccensi’.
La spesa della Regione Siciliana a Sciacca, che l’ha resa un piccolo centro turistico, apre una finestra sui gravi problemi finanziari dell’Italia. Nei governi locali delle 20 regioni italiane, incluse le province e le città, decenni di spesa devastante – spesso corrotta, negligente e priva di prospettiva – hanno incrementato il debito pubblico italiano, inaugurando un periodo di austerità.
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” La disfunzione del governo regionale è un problema per la crescita in tutta Europa”, ha detto Joaquim Oliveira Martins, responsabile dello Sviluppo Regionale nell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
La spesa regionale in Italia ammonta al 14% del prodotto interno lordo del 2010. Più della metà dei fondi arriva da Roma.
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La Sicilia è una delle regioni più vulnerabili. Un siciliano su cinque é senza lavoro la e criminalità organizzata costruisce telai di grandi dimensioni.
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La trasformazione della città da un pigro villaggio di pescatori ad un serbatoio per la spesa pubblica é iniziata nel 1970 quando Calogero Mannino divenne capo delle finanze pubbliche della Sicilia.
Con Mannino, la Regione ha investito denaro pubblico per la costruzione di 11 Hotel e di un parco acquatico lungo la costa saccense piena di alberi di oliva.
Mannino chiese inoltre all’architetto Giuseppe Samonà di progettare un teatro, tanto grande da essere rivale a quello di Roma o Parigi. Il cono di cemento, simile a una conchiglia svetta sulle altre costruzione della città, rimanendo vuoto all’interno per anni.
Nel 1976, il signor Mannino si impegna nella politica nazionale, vincendo un seggio nella Camera dei Deputati del Parlamento, mentre continuava la costruzione degli alberghi. Nei decenni successivi, il progetto si impantana in lungaggini burocratiche e si verifica l’assenza di progetti a sostegno.
Nel 1987, il governo regionale spese 200 miliardi di lire ($ 154 milioni ai tassi di allora) nello sviluppo delle località turistiche, in base a quanto dice La Zavorra, in un rapporto sulle spese in Sicilia, tra cui il progetto del parco acquatico.
I pubblici ministeri accusarono gli sviluppatori del progetto di frode. Il processo si concluse nel 2003 con un proscioglimento.
Alla fine, solo quattro degli 11 hotel in progetto sono stati costruiti.
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“La gente non ha mai amato molto il teatro. Forse può essere usato come un rifugio anti bomba, un giorno” ha detto Massimo D’Antoni, giornalista saccense.
Il Senatore Mannino, sorseggiando un caffé in una mattina di sole, scrolla di dosso le critiche, dicendo che le sue iniziative hanno contribuito a costruire un ospedale e a restaurare antichi palazzi del centro storico. “Sto facendo una bella cosa per la mia città», dice.
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