Il sole24ore sulla crisi finanziaria dei Comuni siciliani. Crocetta salvare la Sicilia dal rischio dissesto

Il sole24ore sulla crisi finanziaria dei Comuni siciliani. Crocetta salvare la Sicilia dal rischio dissesto

Anche il quotidiano economico il sole24ore parla di crisi finanziaria per i Comuni siciliani. In un articolo di oggi a firma di Gianni Trovati, le città di Palermo, Catania, Messina, Agrigento e Sciacca, ballano pericolosamente sull’orlo del dissesto finanziario; comuni che confidano in un intervento in extremis dello Stato, visto che la situazione delle casse regionali, è così sconfortante che non ha nemmeno consentito a Palazzo d'Orleans di sfruttare il cofinanziamento statale per aiutare i Comuni nel raggiungimento del Patto di stabilità 2012, secondo il meccanismo previsto a luglio nel decreto legge sulla revisione di spesa e scattato in tutte le altre Regioni. Dunque per i sindaci siciliani, di conseguenza, rispettare i vincoli di finanza pubblica diventa due volte più difficile rispetto a quel che succede nel resto d'Italia.

Una situazione a cui dovrà porre rimedio il neo governatore della sicilia Rosario Crocetta e cioè quella di far uscire la finanza locale siciliana dal rischio di fallimenti a catena.

Si dovrà intervenire sul riordino delle partecipate che in Sicilia sono 33 di cui 22 in perdita. La giunta Lombardo aveva allestito un piano di riordino delle partecipazioni, che però secondo la Corte dei Conti rischia di creare più danni che soluzioni: in molti casi, spiegano i magistrati contabili, il riordino si tradurrebbe nella semplice incorporazione di una società in un altra, con il rischio concreto che «le gestioni sane vengano semplicemente inquinate da quelle in perdita.

E non solo. Sempre secondo la Corte dei Conti, nelle partecipate lavorano almeno 7.300 persone, che costano 220 milioni l'anno. Il piano di riordino scritto dalla giunta Lombardo prevede una clausola di salvaguardia occupazionale che, per com'è concepita, potrebbe tradursi «in un esodo generalizzato e pressoché automatico del personale dalle società regionali dismesse alle nuove società a capitale pubblico.

Numeri impressionanti sono quelli che vengono fuori dal costo del personale in Sicilia. Una spesa che costa un miliardo all'anno, a cui si aggiungono i 640 milioni di pensioni agli ex dipendenti, che in Sicilia sono a carico della Regione secondo un meccanismo che rende ancor più complicato ipotizzare una riduzione della spesa nei prossimi anni perché il turn over sposta semplicemente le uscite da un capitolo all'altro dello stesso bilancio. Nel 2010 per effetto della revisione della dotazione organica è stata aperta la porta a 4.808 dipendenti: il tutto senza praticamente intaccare il bacino dei circa 20mila precari degli enti locali, a carico per il 90% del bilancio regionale.

Altra voce che pesa nel bilancio della regione sicilia è quello del debito volato nel 2011 a quota 5,65 miliardi di euro, con un aumento del 13,25% rispetto all'anno prima che farà crescere ancora i costi di ammortamento, che nel 2011 si sono mangiati 431 milioni di euro.

A poche ore dalla sua proclamazione, per Rosario Crocetta è scattato il conto alla rovescia per raggiungere l'obiettivo che si era prefissato in campagna elettorale: ridurre i costi della politica, abbassare il debito pubblico, operare tagli per risparmi imponenti; insomma tirare fuori la Regione dal rischio dissesto, un compito titanico visti i grandi numeri.

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