Il Tar Sicilia si esprime rigettando il ricorso presentato da Gioacchino Marsala, candidato a sindaco, sconfitto, nella competizione elettorale del 6 e 7 maggio scorsi, a Sciacca. Un’elezione che al primo turno ha proclamato l’attuale sindaco Fabrizio Di Paola.
In quei momenti, si era vissuta in città una situazione paradossale. In serata la proclamazione del sindaco secondo i dati venuti fuori dal conteggio dell’ufficio elettorale, ma dopo poche ore venne fuori, anche da notizie sulle principali testate giornalistiche, che i due candidati andavano al ballottaggio secondo una interpretazione della norma elettorale che sollevò molti dubbi riguardo al calcolo del quorum.
Anche se previsto infatti il voto disgiunto, la norma non chiariva alcuni elementi, cioè se nel calcolo del quorum andavano incluse tutte le schede votate anche quelle non contenenti preferenza per il sindaco.
Ore di tensione, di richiesta di chiarimenti all’assessorato agli enti locali, chiamato ad esprimersi sulla questione. Un parere che arrivò dopo quasi 24 ore e che dette ragione al sindaco Di Paola, proclamato sulla base delle schede che contenevano un indicazione di voto nei suoi confronti, senza considerare nel conteggio tutte le schede votate ma non contenenti nessuna preferenza.
Secondo il candidato Marsala il calcolo delle preferenze andava effettuato tenendo conto anche dei voti espressi al consiglio comunale, con un unico quorum che includesse anche le schede bianche. In tal modo il calcolo del quorum si sarebbe abbassato sotto il 50% e quindi i candidati avrebbero dovuto ripresentarsi per il ballottaggio.
Oggi il Tar ha ritenuto non dover entrare nel merito, rigettando il ricorso di Marsala e lasciando immutata la situazione politica attuale.