Marco Cecchinato stupisce in Italia e nel mondo grazie ai successi nel tennis

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Palermitano, classe ’92, Marco Cecchinato è stato protagonista di quello che resta l’exploit più inaspettato del tennis italiano: la semifinale raggiunta al Roland Garros, nel 2018, da semi-sconosciuto (almeno dal grande pubblico) dopo aver battuto un top ten come Goffin e soprattutto l’attuale numero 1 al mondo, Novak Djokovic, fu celebrata alla stregua di un miracolo sportivo.

Il “Ceck”, in realtà, è sempre stato tennista di indubbio talento, soprattutto sulla terra battuta, ma alcune vicissitudini personali ne hanno ritardato l’esplosione a grandi livelli. Quell’impresa sul rosso di Parigi lo ha consegnato alla storia del nostro tennis: Cecchinato è stato il terzo tennista italiano a raggiungere una semifinale Slam nell’era Open, dopo Panatta e Barazzutti e precedendo di un anno Matteo Berrettini (US Open), risultato che gli ha permesso di ottenere un best ranking da numero 16 al mondo.

La semi al Roland Garros rimarrà probabilmente il suo miglior risultato in carriera ma da quel momento è cominciata una discesa diventata rapidissima nel 2019. Anno cominciato con la semifinale a Doha e la vittoria a Buenos Aires (con finale stravinta contro Schwartzman, oggi 8 del ranking ATP) ma poi divenuto una sorta di supplizio. Cecchinato non ha retto alla pressione di dover difendere i punti conquistati sulla terra l’anno prima, le sconfitte sono arrivate copiose, la più dolorosa proprio al primo turno del Roland Garros contro Mahut, che giocava da semi-ritirato.

La discesa in classifica

Da quella sconfitta, Cecchinato è stato presente 23 volte in un tabellone principale di un torneo del circuito maggiore, ottenendo appena due vittorie, ruolino impietoso e aggiornato al febbraio di quest’anno con la sconfitta al primo turno a Santiago del Cile, per mano del boliviano Delien. Quasi superfluo sottolinearlo: con questa serie di risultati, inframezzati da qualche piazzamento nei challenger, Marco è uscito dai 100. Una crisi tecnica ma soprattutto mentale dalla quale era difficile uscirne. Il “Ceck”, passo dopo passo, ci sta riuscendo e i risultati del post-lockdown lo dimostrano.

Sì, perché il lockdown ha rappresentato una nuova svolta nella carriera del tennista siciliano. Cecchinato è diventato papà ed è tornato alle origini dal punto di vista tennistico: il suo coach non è più Uros Vico ma Massimo Sartori che lo aveva lanciato nel circuito quando ancora non era ventenne.

Sartori ha provato a spiegare: “La pressione mediatica è stata straordinaria, lui non l’ha retta. Si è adagiato, non si è allenato come doveva: quando mi ha detto che voleva tornare a lavorare con me gli ho sottolineato che ci sarebbero state condizioni inderogabili, tra cui rispetto, regole ed educazione. Era diventato un colpitore, ora deve tornare giocatore sia fisicamente che mentalmente. E farà scelte sensate nel calendario, non follie come nel passato come quelle di rinunciare a Sofia e Vienna per giocare challenger sulla terra”.

Tornano le vittorie

Ecco, allora, che le vittorie cominciano ad arrivare copiose. Due turni passati a Todi, in un Challenger, poi il primo turno agli US Open, una vittoria al Challenger ad Aix en Provence e l’inizio della risalita a Roma: al Foro Italico, il 28enne palermitano ha passato brillantemente le qualificazioni (Gerasimov, Klahn e Kovalik) e nel main draw ha portato a casa uno scalpo importante come il britannico Edmund prima di arrendersi a Krajnovic. Un piccolo segnale che era stato anticipato anche dalle quote, particolarmente basse (soprattutto se rapportate a quelle dei tornei di inizio anno) dei più importanti bookmakers online, elencati peraltro su casinoonlineaams.com

Altri progressi a Parigi, sulla terra dell’amato Roland Garros: qualificazioni superate (Gulbis, Lestienne e Coppejans spazzati via senza concedere un set), vittoria al primo turno – netta – contro un osso duro come De Minaur e conferma della ritrovata competitività col successo su uno specialista come Londero. L’avventura di Cecchinato a Parigi si è fermata al terzo turno, contro il numero 7 al mondo, Alexander Zverev, ma c’era già la consapevolezza di un giocatore ritrovato dal punto di vista mentale.

A coronare questo periodo positivo, ecco la finale nel torneo ATP (un 250) a Santa Margherita di Pula: il “Ceck” ha battuto Mager (annullando un match point), Tommy Paul, lo spagnolo Ramos Vinolas e Petrovic prima di arrendersi a Djere. Il risultato, importante, gli è valso il ritorno tra i primi 100 (ora è numero 77) e nuove prospettive per i mesi che verranno: complicato stabilire se sarà in grado di tornare a livelli altissimi in uno Slam, di certo il rientro tra i top 50 è ampiamente alla sua portata. 

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